Ho visto finalmente District 9, il film prodotto da Peter Jackson e diretto da Neill Blomkamp; produzione relativamente a basso costo che è stata un po’ la rivelazione dell’estate americana. Premetto col dire che la fantascienza è sempre stata nelle sue più grandi realizzazioni anche un modo per raccontare in chiave futuristica la società del momento e i suoi problemi. District 9, con il pretesto fantascientifico di questa nave aliena approdata “per sbaglio?” sul nostro pianeta (i più grandicelli si ricorderanno della nave madre del mitico telefilm Visitors) parla di integrazione e razzismo (tema che a onor del vero non è però rilevante nel corso del racconto).
In questo scenario molto inusuale, l”ufo’ non è per una volta su New York o sulla Casa Bianca, ma appunto nella periferia di Johannesburg, seguiamo la storia del protagonista, un “anonimo” impiegato di una futuribile MNU, società col compito di gestire gli alieni stanziati sulla terra, che non possono più partire da ormai 20 anni… chi sarà alla fine più cattivo gli apparentemente non bellicosi alieni? o gli umani con la loro risaputa sete di potere e violenza?
Lo stile con cui il film è raccontato, quello del documentario, della “real tv” con telecamera a spalla non è nuovo, ma contribuisce a dare realismo al tutto, questo è un punto forte del film, la sensazione che ciò che sta accadendo sia un reportage.
Gli attori (a me) sconosciuti aiutano ad immergere lo spettatore nella storia accrescendo la sensazione di cui sopra. Bravo il protagonista sicuramente non alle prese con un ruolo semplice… anche se un po’ caricaturato e sopra le righe inizialmente, forse per esigenza di non svelare troppo il suo ruolo.
Parlavamo di un film riuscito dal punto di vista visivo, da menzionare anche la bella fotografia che incornicia lo squallido ghetto alieno e campi lunghi della città con la nave madre sospesa perfettamente integrata come luce e colori. Si vede che c’è l’esperienza di un Peter Jackson nel comparto tecnico: gli effetti speciali che si svelano in crescendo attraverso le ‘sorprese’ della narrazione, pur con meno budget non hanno nulla da invidiare ai film hollywoodiani, sono solo più “contenuti” e necessari alla storia, ma di sicuro impatto (le vedute dell’astronave, l’esoscheletro meccanico e gli stessi alieni sono davvero ben fatti). Anche il design è molto curato, sia dei vari loghi, armi che ad esempio le interfacce grafiche di alcuni… computer di cui non vi rivelo nulla.
CONCLUSIONI: District 9 non è esente da difetti: di nuovo non c’è tantissimo (qui e la c’è più di un omaggio a Cronenberg, alcune di idee sono mutuate dalla cultura manga e videoludica), ma come mi ha ricordato qualcuno, è proprio difficile fare qualcosa di non fatto ormai… questo film riesce comunque ad unire vari elementi sullo schermo in modo ‘fresco’ e dopo tanti film senza suspance e con molte risorse (mi viene alla mente Transformers 2 di cui trovate la recensione sempre nel mio blog), si prova davvero qualcosa per le sorti del protagonista e degli… alieni.
C’è più di un ‘buco’ nella sceneggiatura, qualche passaggio affrettato e incongruenza che lascia un po’ perplessi, ma nel complesso molto godibile e la storia incuriosisce lo spettatore con alcune belle ‘deviazioni’ che però forse i più smaliziati videogiocatori e conoscitori di fantascienza riusciranno ad anticipare.
Consigliato ai palati un po’ più fini della fantascienza, di quella figlia dei grandi film degli anni ’80… dimenticatevi gli scontri fracassoni e le grandi esplosioni da blockbuster di Independence Day, ma sarete ricompensati forse da più “pathos“. Acquista l’edizione blu-ray.
Rating: