Tarantino torna con qualcosa dal respiro più epico, dopo l’omaggio al mondo degli stuntmen di Death Proof che però era poco più di un “mezzo” film. Bastardi senza gloria è una “favola” tarantiniana sull’occupazione nazista in Francia, dove si suppone, con grande licenza alla sospensione dell’incredulità, che una banda di soldati americani guidata da… Brad Pitt sia incaricata da quest’ultimo di uccidere quanti più nazisti possibile, e nel segno
dello splatter puro, con ogni mezzo (uno in particolare che riflette una sedicente discendenza da indiano d’america del personaggio).
Il cast infatti è come sempre una garanzia nei film di Tarantino, azzeccato, dal bastardo delle SS con licenza di “stanare“ ebrei, perfetto nel rendere il personaggio odioso e godibile nello stesso tempo (Christoph Waltz), alla simpatica attrice doppiogiochista interpretata dalla bellissima Diane Kruger.
Il film è graziato da notevoli prestazioni degli attori e di cui noi ci perdiamo tanto (per il doppiaggio) in quanto
alcuni di loro recitano usando più lingue nel corso della storia. Il piano che si svela alla fine del film è solo un pezzo della genialità del regista che come suo solito gioca a “cosa-ci-si-aspetta-da-una-storia” spiazzandoci di quando in quando. La sequenza ad ‘alta tensione’ è quella della riunione in taverna che vi invito a vedere con molta attenzione e a goderne per recitazione, montaggio e… conclusione.
Poi c’è la musica… e dico che solo in un film sul nazismo di Quentin Tarantino possiamo aspettarci una scena in cui una bella ragazza ebrea (Mélanie Laurent) si trucca preparandosi a… (non rivelo nulla) con David Bowie come colonna sonora. In questo misplacement temporale c’è tutta la magia del mezzo cinematografico.
Ci sono tutti i canoni del cinema dell’amato Quentin, violenza, vendetta, riferimenti colti e non solo, personaggi femminili stupendi e la classica scena per i feticisti dei piedi (come me) il tutto con tanta ironia, ci sono scene in cui non potrete non scoppiare a ridere. Sarebbe un peccato non vedere Bastardi senza gloria nel luogo “sacro” che chiude il circolo della sequenza finale, appunto la sala di proiezione, l’amore di Tarantino per il cinema si rivela in ogni dialogo e costruzione delle sequenze.
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